Passione

Aforismi

Sandor Marai

Alle domande più importanti si finisce sempre per rispondere con l’intera esistenza.
Arriviamo a comprendere fino in fondo gli esseri umani ai quali siamo uniti da un vincolo indissolubile soltanto nell'attimo della loro morte.
C'è un modo di entrare in contatto tra esseri umani più percettivo e affidabile della parola, fatto di sguardi, silenzi, gesti e messaggi ancora più sottili; è il modo in cui un essere umano nel suo intimo risponde al richiamo di un altro.
Chi diventa grande si sente sempre solo.
Chi parla troppo cerca di nascondere qualcosa. Chi tace in modo coerente è invece convinto di qualcosa.
Ci sono solo due stupende medicine per aiutarci a sopportare il veleno della realtà ed impedire che ci uccida prematuramente e questi sono l'intelligenza e l'indifferenza.
Con il passare del tempo, anche se i desideri non muoiono svanisce l'ansia, l'avidità furiosa, si esauriscono la disperata eccitazione e la nausea che pervadono ogni desiderio e ogni appagamento.
Dietro la bellezza, che in fin dei conti si compone di una materia fragile e caduca, si agita sempre la fiamma di una forte volontà.
Dire gli ebrei è una generalizzazione, proprio come se dicesse i cristiani. Ci sono ebrei e ci sono cristiani, e l'origine, la religione, lo stile di vita, la razza di sicuro comportano tanti tratti comuni. Ma gli ebrei differiscono gli uni dagli altri più di quanto non si assomiglino.
Due persone non possono incontrarsi neanche un giorno prima di quando saranno mature per il loro incontro.
Esiste una cosa peggiore della morte e di qualsiasi sofferenza, la perdita della stima di sé. Quando si viene colpiti da una o più persone nella stima di sé, che costituisce la nostra dignità di uomini, la ferita è talmente profonda che neanche la morte può porre fine a questo tormento.
Essere diversi da ciò che siamo, da tutto ciò che siamo, è il desiderio più nefasto che possa ardere in un cuore umano.
Forse è davvero povera una vita che non sia stata spazzata via, almeno una volta, dal turbine di una crisi come questa, una vita il cui edificio non sia stato mai scosso da un terremoto, travolto da un tornado che fa volare le tegole dal tetto e, ululando, smuove per un attimo tutto ciò che la ragione e il carattere avevano tenuto in ordine.
Forse è proprio questo il grande male che schiaccia l'umanità: non il dolore, ma la paura che le impedisce di essere felice.
Gli amori infelici non finiscono mai.
Gli uomini imparano dalla sofferenza.
Gli uomini non desiderano soltanto un’occupazione mediante la quale guadagnarsi da vivere, ma la possibilità di seguire la propria vocazione.
I dettagli hanno grande importanza. In un certo senso fungono da adesivo, fissano la materia essenziale dei ricordi.
Il carattere di un essere umano è composto per lo più di vanità: il resto è una mescolanza di desideri, generosità, paura della morte e senso dell’onore.
Il fato può scagliarsi contro un solo uomo con la stessa cieca e inesorabile ferocia con la quale si abbatte sulla sorte di interi popoli.
Il grande fallimento nella vita, non consiste nello scoprire da ultimo che ci siamo sbagliati. Ancora più deprimente è accorgersi che non possiamo far altro che sbagliare.
Il significato della vita è semplicemente la passione che ogni giorno invade il nostro cuore, la nostra anima e il nostro corpo e, qualunque cosa accada, continua a bruciare in eterno.
Il tempo determina le cose a suo capriccio, e ad esso noi dobbiamo adeguare le nostre azioni.
L'amore dispone di due palcoscenici su cui si recita il grande duetto, e sono entrambi infiniti: il letto e il mondo.
L'amore può trasformarsi in grande egoismo. Bisogna amare con umiltà e avere molta fede.
L'assurdità, la spietatezza totale della vita. Non esistono «parole», né sentimenti o emozioni. Come quando si è ormai consumato tutto ciò che ha scintillato o fiammeggiato nel corso di una lunga vita. Veniamo dal nulla e scompariamo nel nulla, tutto il resto è un coacervo di fantasie puerili. Quel che nel frattempo accade è talvolta meraviglioso ma sempre insensato e privo di uno scopo.
L'attimo in cui l'uomo è più colpevole non è necessariamente quello in cui solleva l’arma per uccidere qualcuno. La colpa viene prima, la colpa è nell’intenzione.
L'uomo e il suo destino si realizzano reciprocamente modellandosi l’uno sull’altro.
La civiltà delle macchine produce in serie anche la solitudine dell’uomo.
La fedeltà non è forse una sorta di terribile egoismo e vanità, come lo sono la maggior parte delle esigenze umane?
La gente si accontenta della superficie, di quei segni convenzionali che può scambiarsi senza pericolo, dell'assaggio, e resta assetata per tutta la vita.
La libertà è un'impresa privata. Non esiste una libertà istituzionale. Giorno dopo giorno ciascuno è solo e può essere libero in un modo o nell'altro, unicamente grazie alle proprie forze. E sempre per poco.
La malattia è uno stato primordiale, non conosce il pudore.
La nascita non è un'esperienza, giacché è accidentale si verifica e basta, senza alcuna intenzione. La morte è un'esperienza, perché si verifica anche andando contro le nostre intenzioni.
La solitudine è l'elemento vitale dello scrittore.
La solitudine, quella vera, scelta consapevolmente, non è una punizione, e nemmeno una forma morbosa e risentita di isolamento, né un vezzo da eccentrici, bensì l'unico stato davvero degno di un essere umano.
La stima di sé è il contenuto più profondo della vita umana.
La vanità è l’unica malattia veramente incurabile del genere umano.
La vita diventa un veleno se non crediamo in essa, quando non è che un mezzo per saziare la vanità, l’ambizione, l’invidia.
La vita sono un uomo e una donna che si incontrano perché sono fatti l’uno per l’altro, perché sono, l’uno per l’altro, ciò che la pioggia è per il mare: l’uno torna sempre a cadere nell’altro, si generano a vicenda, l’uno è la condizione dell’altro.
La vita è un fatto casuale, non possiede né un senso né uno scopo. La morte è la conseguenza necessaria di un fatto casuale e non possiede, a propria volta, né un senso né uno scopo.
Le emozioni umane nascono dalle stesse acque abissali, anche se in superficie si manifestano a volte con cavalloni selvaggi, a volte con lievi increspature.
Le grandi decisioni fatali, quelle che determinano il profilo caratteristico del nostro destino, sono molto meno consapevoli di quanto supponiamo nei momenti in cui torniamo al passato per evocarne la memoria.
Lo scrittore che al giorno d'oggi tenti di scrivere qualcosa di diverso da ciò che i grandi industriali della letteratura di consumo fanno ingurgitare al lettore somiglia a uno cui manchi una gamba, il quale con le sue protesi tenti di iscriversi come centometrista a una corsa.
Lo scrittore, che tra miseria e distruzione, che in guerra e in pace sono la condizione umana, si giustifica e assicura di "sentire sinceramente" quel che scrive, dimentica la regola secondo cui non esiste letteratura "sincera".
Mantenere l'ordine è una necessità vitale, perché altrimenti non si riesce a fare attenzione.
Nella letteratura, come nella vita, solo chi tace è "sincero": nell'attimo in cui qualcuno parla a un pubblico non è più "sincero", ma scrittore, o attore, perciò uomo che civetta.
Nella vita ci sono momenti del genere, in cui si prova una sorta di vertigine e si vede tutto con assoluta lucidità: si riscoprono energie e potenzialità nascoste e si comprende perché si è stati troppo codardi o troppo deboli. E sono i momenti in cui la nostra vita cambia.
Non basta amare qualcuno. Bisogna amare con coraggio. Bisogna amare in modo tale che nulla, né ladri, né influenze esterne, né leggi umane o divine possano interferire con questo sentimento.
Non c'è nessun "consiglio" che possa davvero servire nella vita. Le cose accadono, ecco tutto.
Non c'è nessuna persona giusta. Non esiste né in terra né in cielo né da nessun’altra parte. Esistono soltanto le persone, e in ognuna c’è un pizzico di quella giusta.
Non esiste un "cattivo matrimonio". Ogni matrimonio è uguale agli altri, né buono né cattivo: è un matrimonio.
Non esiste via più disperata di quella che conduce alla perfezione.
Non è piacevole incartapecorirsi nella vecchiaia. Ma mantenersi artificialmente giovanili è anche peggio.
Non è soltanto con la bocca che si tace o si parla di qualcosa, ma anche con l'anima.
Occorre molto tempo per imparare che in realtà non si ha un bel niente da fare. E quasi sempre è proprio allora che si comincia finalmente a fare qualcosa.
Ogni cattiva intenzione è più rassicurante che spaventosa: ci conferma, per lo meno, che l'uomo è capace, in qualsiasi momento, di compiere qualsivoglia malvagità. Nessuna sorpresa!
Ogni poeta, per quanto innamorato, ama più che altro la poesia d'amore che va scrivendo.
Ogni vera passione è senza speranza, altrimenti non sarebbe una passione ma un semplice patto, un accordo ragionevole, uno scambio di banali interessi.
Per l'idea ci vuole la parola, senza la parola non c'è scambio, giusto un brulichio nella coscienza, come formiche sulla pelle.
Quale avventura limpida e irripetibile è la prima amicizia tra ragazzi! Nessun altro rapporto potrà mai eguagliare quel legame.
Quando si prende in mano la penna per fissare il ricordo di esperienze private si vuole sempre parlare ad altri uomini, anche quando si sceglie una forma di comunicazione pudica come il diario.
Quando si è nei guai, ci si aggrappa anche al cappio del patibolo.
Superati i novanta, si invecchia in maniera diversa a quanto avviene dopo i cinquanta o i sessanta anni. Si invecchia senza risentimento.
Tra due esseri umani legati l'uno all'altro da un vincolo fatale l’orgoglio non esiste.
Tutte le persone hanno un limite interiore grazie al quale attribuiscono una certa misura sia al bene che al male.
Tutte le relazioni umane sprofondano nelle paludi della vanità e dell'egoismo.
Tutti noi viventi siamo condannati a morte, dei condannati a morte chiamati alla vita da un cieco caso, vagolanti in un universo buio e indifferente.
Un gentiluomo non tocca le carte, poiché l’unico denaro al quale ha diritto è quello che andrà guadagnandosi con il proprio lavoro.
Veniamo dal nulla e scompariamo nel nulla, tutto il resto è un coacervo di fantasie puerili. Quel che nel frattempo accade è talvolta meraviglioso ma sempre insensato e privo di uno scopo.
Vivo completamente solo, dunque non mi annoio.
È il peggior dolore che si possa provare nella vita, amare qualcuno e non riuscire a viverci insieme.
È impossibile vivere senza la consapevolezza di essere necessari a qualcuno, senza la certezza che al mondo c’è una persona che ha assoluto bisogno di te.